L’obbligatorietà dei vaccini è realtà (per ora)

L’obbligatorietà dei vaccini è realtà (per ora)
23 Giugno 2017: L’obbligatorietà dei vaccini è realtà (per ora) 23 Giugno 2017

È entrato in vigore lo scorso 8 giugno il d.l. n. 73/2017, con la dichiarata finalità di “garantire in maniera omogenea sul territorio nazionale le attività dirette alla prevenzione, al contenimento e alla riduzione dei rischi per la salute pubblica e di assicurare il costante mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza epidemiologica in termini di profilassi e di copertura vaccinale”.

Le nuove disposizioni hanno introdotto “per i minori di età compresa tra zero e sedici anni” dodici vaccinazioni “obbligatorie e gratuite”, da effettuarsi “in base alle specifiche indicazioni del Calendario vaccinale nazionale relativo a ciascuna coorte di nascita”.

Queste sono state individuate nell’anti-poliomielitica, nell’anti-difterica, nell’anti-tetanica, nell’anti-epatite B, nell’anti-pertosse, nell’anti-Haemophilus influenzae tipo b, nell’anti-meningococcica b e c, nell’anti-morbillo, nell’anti-rosolia, nell’anti-parotite, nell’anti-varicella.

Le vaccinazioni del caso di specie non sono obbligatorie nel caso di “avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale, comprovata dalla notifica effettuata dal medico curante … ovvero dagli esiti dell’analisi sierologica”, mentre possono essere “omesse o differite” in caso di “accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta”.

Salve queste due eccezioni, la mancata osservanza dell’obbligo vaccinale determina, in capo ai genitori esercenti la responsabilità genitoriale e ai tutori, una “sanzione amministrativa pecuniaria da euro cinquecento a euro settemilacinquecento”, nonché una segnalazione di detto inadempimento, ad opera dell’azienda sanitaria locale territorialmente competente, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni “per gli eventuali adempimenti di competenza”.

L’inadempimento vaccinale può diventare persino preclusivo per l’accesso al sistema scolastico.

Infatti, i dirigenti scolastici sono tenuti, “all’atto dell’iscrizione” (e comunque “entro il termine di scadenza per l’iscrizione”) del “minore di età compresa tra zero e sedici anni, a richiedere ai genitori esercenti la responsabilità genitoriale e ai tutori la presentazione di idonea documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni” obbligatorie, ovvero l’esonero, l’omissione o il differimento delle stesse nelle succitate ipotesi eccezionali.

E la presentazione della suddetta documentazione (da effettuarsi, in ogni caso, “per l’anno scolastico 2017/2018”, “entro il 10 settembre 2017”) si configura quale “requisito di accesso” per i “servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie”.

Anche in questo caso, poi, l’inadempimento dell’obbligo vaccinale ne determina la segnalazione, ad opera dei dirigenti scolastici, all’azienda sanitaria locale, la quale, se del caso, riferirà a sua volta al Procura minorile.

Il decreto legge, che in realtà ripristina obblighi e sanzioni per lungo tempo già vigenti nel nostro ordinamento, ma da tempo abrogati, è stato criticato da più parti, e v’è persino chi – la Giunta regionale del Veneto – ha già dato mandato all’Avvocatura regionale per predisporne l’impugnazione.

In un comunicato stampa dello scorso 13 giugno il presidente della Regione Veneto ha affermato che “alle legittime preoccupazioni delle mamme e dei papà per un programma di vaccinazioni così concentrato, e per certi versi immotivato, non si risponde con l’imposizione dell’obbligo e le multe, ma con l’informazione e il dialogo.

Mi auguro che il Parlamento, in sede di conversione, del decreto legge, abbia a modificarlo.

In caso contrario, la regione Veneto impugnerà anche la legge”.

Pertanto, ai genitori ed ai tutori di minori di età compresa tra zero e sedici anni non resta che adeguarsi alle nuove disposizioni … quanto meno per ora.

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